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PROGETTO IMUN: Italian Model United Nations

Il 14 dicembre una delegazione di studenti dell'Istituto Pellati (sedi di Nizza e Canelli), si è recata a Torino per partecipare al primo incontro del progetto ‘’IMUN’’ (Italian Model United Nations), il cui ente promotore è accreditato dal MIUR ed è ufficialmente associato alle Nazioni Unite.

Questa giornata ha avuto il fine di illustrare ai partecipanti le modalità di svolgimento dell’Italian Model United Nations, che è la simulazione ONU più grande d’Europa.

Anche noi, giornalisti in erba di RadioPell@ti, partecipiamo all’iniziativa, perciò vi aggiorneremo man mano sulle varie attività. 

Il compito degli studenti che partecipano al progetto è quello di rappresentare un Paese membro dell’ONU, sul quale ci si deve informare per difendere i suoi valori e i suoi interessi, utilizzando le regole di procedura delle Nazioni Unite. Lo  scopo è quello di confrontarsi, intervenire, mediare su un tema di attualità  e cooperare per ottenere l’approvazione di proposte che possano favorire il Paese che ci è stato assegnato. IMUN, dunque, è una grande esperienza cooperativa, nella quale ci si confronta in lingua inglese sui grandi temi della politica internazionale.

Prendendo spunto dalla reale organizzazione delle Nazioni Unite, IMUN ha le sue commissioni, ognuna delle quali con  un proprio ambito di lavoro. Ad esempio l’UNESCO, che si occupa di beni culturali e artistici, e l’OMS, organizzazione mondiale della sanità, che abbiamo spesso sentito nominare durante il periodo della Pandemia.

A tenere la prima lezione è stata una studentessa di medicina facente parte dello staff di IMUN, che ha avuto la prima esperienza all’interno del progetto durante il terzo anno di scuola superiore.

Vi raccontiamo ora più nel dettaglio le attività svolte in questa prima giornata nell’Auditorium della Città metropolitana in corso Inghilterra a Torino. 

La mattinata è stata dedicata alla condivisione delle regole e delle informazioni di base sull’esperienza e sui suoi metodi di svolgimento. Ci è stato proposto un esercizio di public speaking per ‘’rompere il ghiaccio’’ e acquisire maggiore tranquillità: chi voleva poteva recarsi al microfono e tenere un breve discorso a tema libero.

Durante il pomeriggio, una simulazione del dibattito è diventata la protagonista dell’auditorium. La mozione era la pena di morte e ad ogni partecipante veniva affidato un Paese da  rappresentare nel dibattito e di cui era il delegato. 

Non vediamo l’ora di tenervi aggiornati sui prossimi appuntamenti, quindi keep in touch!

  Chiara Merlin-Gilberto Agatiello, classe III E Liceo linguistico




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